Psicoterapia online
“Un incontro di due occhi negli occhi, volto nel volto. E quando tu sarai vicino, prenderò i tuoi occhi e li metterò al posto dei miei e tu prenderai miei occhi e li metterai al posto dei tuoi. Così ti vedrò con i tuoi occhi e tu vedrai con i miei … e c’incontreremo.”
(“L’incontro” J.L.Moreno 1914”)
Il setting online è stato l’unico possibile per poter continuare i percorsi terapeutici in atto e anche l’unico canale accessibile per aiutare con la cura della parola e della presenza - seppur virtuale - coloro che in tale situazione pativano l’isolamento e sono andati incontro a sofferenze importanti per quanto stavamo vivendo.
Gli studi inerenti la psicoterapia online nascono a partire dagli anni ‘70 del secolo scorso, ma nel periodo del lockdown è diventata un particolare oggetto di studio della comunità scientifica tuttora in corso, visto il massiccio uso che se ne faceva.
Pro e contro
Un tacito vantaggio della psicoterapia online è quello di facilitare il contatto fra le parti a partire dal primo appuntamento e di rendere possibile la continuità degli incontri anche in caso di impedimenti nell’incontrarsi di persona. Questa formula si rende particolarmente utile per chi viaggia spesso per lavoro, per gli atleti in trasferta e per le persone che non sono nelle condizioni personali, geografiche o di salute idonee per recarsi presso lo studio del professionista.
E’ altrettanto evidente che l’incontro online renda la relazione parziale, in quanto mediata e ridotta alle dimensioni dello schermo. La seduta online infatti riduce l’incontro ad un canale di scambio di tipo bidimensionale, ridimensionando gioco forza gran parte di ciò che trapela a livello corporeo e non verbale nell’incontro di persona. Allo stesso tempo l’incontro “a mezzo busto” induce a focalizzare l’attenzione sulla mimica facciale, dando luogo al cosiddetto effetto faccione.
L’effetto faccione obbliga a guardarsi negli occhi e mette in rilievo i dettagli espressivi del volto che di solito nell’incontro di persona sono più sfuggenti. Il setting online costringe quindi ad un’esposizione insolita e ad incontrarsi nel profondo dello sguardo e della mimica facciale al netto del contesto.
Tutto questo specie all’inizio può generare dei sentimenti d’imbarazzo, ma al contempo l’incontro online può elicitare elevati livelli di intimità, addirittura più intensi che in presenza..
Il setting online non va sempre bene e non é per tutti. Sarà quindi compito del terapeuta valutare quale tipologia di paziente possa essere indicato per questo tipo di trattamento e in quale momento potrebbe avvenire. Con i bambini ad esempio è più difficile, seppur non impossibile. Con gli adolescenti invece di primo acchito l’incontro online di solito è alquanto facilitato, talvolta anche rispetto ad un setting in presenza, poiché sono già abituati ad avere questo tipo di relazione, ma per lo stesso motivo può essere più difficile dare un significato pregnante all’incontro e mantenere la continuità, perché tutto può finire con un semplice “click”.
Alla luce degli studi in corso e della mia esperienza formativa e personale nel campo, salvo condizioni particolari, tendo a proporre un percorso misto, previa una valutazione iniziale in presenza.
In caso di impossibilità di svolgere l’attività terapeutica in presenza, sono autorizzata dall’ Ordine Nazionale degli Psicologi ad esercitare servizi di “e- Mental Health” ai sensi e nel rispetto del GDPR 2016/679 e del D.LGS. n. 196/2003, come modificato dal D.LGS. n. 101/2018, nonché delle Linee Guida del Ministero della Salute e delle indicazioni fornite dal CNOP (Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi).
La prestazione potrà essere svolta in remoto attraverso l’uso di tecnologie di comunicazione a distanza (Skype, Zoom, Meet, Whatsapp…) consentendo interventi di e-healt di carattere psicologico individuale e di gruppo.