Mindfulness: cosa è e cosa non è. Falsi miti e informazioni fuorvianti
Il termine “Mindfulness” è ormai entrato a far parte del vocabolario delle neuroscienze in generale e più in particolare in quello delle scienze psicologiche. In ambito scientifico negli ultimi dieci anni si è assistito ad un fiorire impressionante di ricerche.
Parallelamente l’offerta formativa per gli psicologi e per i professionisti della salute pullula di programmi in cui si insegni la Mindfulness come strumento terapeutico integrativo, a prescindere dall’orientamento teorico di base della scuola di formazione.
Questa diffusione e interesse di massa, se da una parte possono essere considerati un segno d’innovazione dei paradigmi teorici di riferimento all’insegna dell’integrazione, dall’altra sta generando una preoccupante diffusione di informazioni distorte su cosa sia realmente la Mindfulness e di false aspettative rispetto al suo impiego.
La grande offerta di corsi di Mindfulness sul mercato delle tecniche finalizzate al benessere sta diffondendo l’idea che essa sia una sorta di SPA per la mente e una panacea quasi taumaturgica per tutti i mali sia fisici che esistenziali a cui un individuo può andare incontro.
Spesso la Mindfulness viene proposta come una tecnica da apprendere attraverso dei training più o meno strutturati con un apprendimento meramente scolastico.
La Mindfulness però non è da considerarsi una tecnica ma piuttosto un modo di essere: a differenza di qualunque tecnica infatti essa non è finalizzata alla ricerca di un miglioramento o al raggiungimento di risultati o prestazioni, ma a poter giungere ad una consapevolezza costante e penetrante della propria condizione psicofisica attraverso l’autosservazione e la contemporanea sospensione intenzionale dell’impulso a definirsi , valutarsi e giudicarsi
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Cos’è la mindfulness
La parola Mindfulness è la traduzione inglese della parola consapevolezza, che a sua volta proviene dalla parola”sati” in lingua pali, che significa: “attenzione nuda”.
Essere consapevoli o mindful secondo questa accezione significa avere un particolare tipo di attenzione, che prevede una consapevolezza ampia e allo stesso tempo puntuale sulle dimensione del corpo, dello stato emotivo e della mente, scevra da valutazioni di giudizio.
Questo modo di essere consapevoli non è quello che generalmente abbiamo ed è per questo che va esercitato attraverso una pratica costante, che permetta di coltivare ed allenare questa abilità a portata di tutti.
Questo modo particolare di essere attenti ci permette di essere presenti mentalmente nel momento che viviamo a tutto tondo ovvero alle sensazioni del corpo, dei processi emotivi e mentali nel loro fluire, e alla consapevolezza fenomenica di ciò che avviene intorno a noi nel qui ed ora.
La Mindfulness non è dunque una tecnica di rilassamento né un modo per “tirarsi su” o per pensare positivamente.
La focalizzazione dell’attenzione su un oggetto di osservazione, spogliato degli attributi valutativi, può portare ad uno stato di profonda concentrazione e di consapevolezza. Questa condizione può portare come conseguenza ad uno stato di tranquillità e di benessere interiore o ad un maggior senso di equilibrio personale del tutto endogeni; allo stesso modo le pratiche di consapevolezza Mindfulness potrebbero mettere in luce tensioni o dolori ignorati a causa di una disattenzione cronica verso sensazioni, comportamenti o atteggiamenti mentali presenti da lungo tempo.
Accorgersi di convivere con sofferenze ammutolite dall’indifferenza verso sé stessi è un’occasione straordinaria per prendersi finalmente a cuore e curare ciò che fa male.
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